TriBeCa Telling! In Giordania e Israele con Marina

Grazie Marina per aver condiviso con noi le suggestioni di un viaggio tanto emozionante, ispirato da un lontano ricordo d’infanzia.

*** Giordania e Israele***

Scelgo di affrontare questo viaggio, spinta dalle emozioni che mi hanno lasciato le foto di mia nonna materna durante il suo viaggio in Israele e Palestina di tanti anni fa.

L’arrivo è in Giordania, ad Amman, e passando per il deserto del Wadi Rum, Petra, il mar Morto, Nazareth, Betlemme e Gerusalemme ripartirò da Israele a Tel Aviv.

Il deserto giordano del Wadi Rum, che attraversi sul cassone aperto di furgoncini un po’ malconci guidati da riservati beduini, ti incanta per il suo assordante silenzio, le sfumature della sua sabbia dal colore rossastro, interrotto qua e là da macchie di verde e gole scavate nelle rocce, dove ancora si possono trovare immagini incise di uomini e animali preistorici.

Petra ed il suo tempio che cominci a scorgere alla fine di una lunga gola di rocce; e quando arrivi alla fine del cammino ecco che ti si staglia davanti fiero e maestoso il tempio costruito nella roccia dal popolo dei Nabatei, ai quali inchinarsi per quanto hanno saputo costruire e che ancora dopo migliaia di anni ancora resiste.

Il mar Morto, la sua imperturbabilità e la sensazione di quiete che ti invade mentre galleggi su quell’acqua tiepida e che ti trascina, nonostante sembri immobile, dove vuole lei.

E poi attraversi il confine e ti ritrovi in Israele a Nazareth e giù, attraversando di nuovo deserti rocciosi dove incontri solo capre e pastori, kibbutz e qualche città fino Gerusalemme.

E lì in pochi metri puoi passare fisicamente attraverso le tre grandi religioni monoteiste: dal muro del pianto sali alla spianata delle moschee e passata una porta eccoti al punto da dove ha avuto inizio il calvario di Gesù e lo ripercorri, stazione dopo stazione della via crucis, per le strade della città vecchia.

Gerusalemme dove ebrei, cristiani e musulmani occupano lo stesso spazio ma di rado convivono.

Ci sarebbe ancora molto da raccontare: di Betlemme e del suo muro, della piccola Petra, del museo dell’olocausto, della festa di matrimonio vista la sera del mio arrivo ad Amman, dei bambini giordani nelle loro divise scolastiche di ritorno da scuola camminare verso i loro villaggi, dei profumi e dei colori delle spezie nel suk di Gerusalemme…

E di ritorno a casa ho capito perché questo viaggio era rimasto nel cuore di mia nonna.

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